Pareri controversi e differenti vedono spesso noi insegnanti di scuola superiore schierati su posizioni opposte rispetto al percorso di Alternanza Scuola/Lavoro, introdotto e reso obbligatorio dalla tanto discussa legge 107/2015 (la Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta.
Tutto dipende dalle proprie esperienze ed io, insegnante impegnata da anni in questi progetti di stage lavorativi, posso affermare che poter svolgere un’attività di alternanza, coerente con il profilo educativo dell‘indirizzo di studi scelto, non solo permette agli studenti di applicare le conoscenze acquisite in aula, ma anche di misurarsi con il mondo del lavoro in modo responsabile, oltre che di crescere e diffondere cultura.
Certo non tutte le esperienze lavorative e progettuali consentono di realizzare un percorso di Alternanza Scuola/Lavoro proficuo.
Tanti e diversi sono i fattori che determinano la buona riuscita dei Percorsi formativi individualizzati che vengono proposti agli studenti all’interno di un monte ore lavorativo che in 3 anni di studio va a coprire 400 ore per gli Istituti tecnici e professionali e 200 ore per gli indirizzi liceali.
In primo luogo le esperienze devono essere coerenti con i risultati di apprendimento previsti dal profilo educativo dell’indirizzo di studio.
In secondo luogo bisogna tenere ben presente gli interessi e le attitudini dello studente, affinchè lo stesso possa essere coinvolto con passione nell’esperienza che andrà ad affrontare; il ruolo del Consiglio di Classe e del tutor interno o scolastico in questo caso diventano fondamentali, poiché solo loro sono in grado di indirizzare adeguatamente lo studente nella scelta dell’esperienza lavorativa.
Infine essenziale è la scelta dell’ente con cui si stipula la convenzione e il ruolo che ha dunque il tutor esterno o aziendale nel seguire ed introdurre il ragazzo nel mondo del lavoro.
Un prerequisito essenziale per la buona riuscita dell’esperienza dipende dalla capacità di collaborazione tra scuola ed azienda al fine di individuare, orientare e progettare il percorso formativo dello studente.
Ecco allora che progetti come quello che ho intrapreso con 32 miei studenti, in collaborazione con la Casa Editrice Gemma Edizioni, volto alla realizzazione e pubblicazione di una raccolta di racconti intitolata “Selfie di noi”, possono diventare una grande opportunità, per ogni ragazzo, per applicare le conoscenze acquisite durante il proprio percorso curricolare e offrirlo al territorio come occasione di diffusione e promozione di cultura.
Mettersi alla prova come correttori di bozze, come editor, grafici, responsabili dell’ufficio stampa o marketing è diventato per i miei studenti un modo diverso per applicare fuori dall’aula competenze trasversali e specifiche, entrando a contatto direttamente con quelle che sono le dinamiche del mondo del lavoro.
Avere poi, alla fine del percorso, tra le mani un prodotto da promuovere e da collocare sul mercato per stimolare la lettura e la scrittura nei loro coetanei, è diventato un valore aggiunto ad un attività lavorativa che ha visto i miei studenti protagonisti, impegnati con una grande passione e senso di responsabilità, oltre le 200 ore richieste dalla legge 107/2015.
Certo un progetto di questo tipo deve nascere dalla passione e dal desiderio di insegnanti ed enti che credono in una proficua collaborazione tra il mondo della scuola ed il mondo del lavoro e non da interessi economici o vuote polemiche contro una legge che richiede comunque a tutti i docenti di mettersi in gioco, investiti da una missione comune: rendere gli studenti consapevoli e protagonisti della loro esperienza scolastica e lavorativa.
Ecco allora che la legge 107/2015 ha raggiunto pienamente il suo obiettivo quando un’alunna mi scrive:
“Questo percorso di Alternanza Scuola/Lavoro è per me un piacere. La ringrazio per averci dato la possibilità (che non tutti sanno cogliere) di partecipare a questo progetto che è un’occasione per mostrare le nostre capacità e abilità pratiche. La scuola solitamente ci chiede di imparare nozioni e dimostrare le nostre conoscenze, questa è un’opportunità per mostrare ai compagni, ai professori e a noi stessi cosa valiamo oltre la “semplice” valutazione”.
Sfido dunque chiunque a sostenere l’assenza di senso critico, di coscienza civica e di responsabilità raggiunta dai miei alunni proprio attraverso il percorso di Alternanza Scuola/Lavoro grazie al quale hanno potuto consolidare e prendere consapevolezza delle loro abilità e competenze.
Prof.ssa Eliana Sormani – Liceo Parini di Seregno – Monza Brianza.