Tareq è nato a Damasco, io a Roma.
Tareq ha respirato la guerra, io no.
Tareq è cittadino del mondo, lo sono anch’io.
“Mi regali una poesia?”. Era il 14 luglio 2016 quando Tareq mi contatta.
“Siamo un gruppo di amici che ama la poesia. L’idea è quella di portare nelle piazze di tutto il mondo poesie di diverse culture tradotte nelle lingue che sappiamo.”
Ci sto. Senza neanche pensarci. L’idea mi piace subito.
Poi accade di Nizza. Non so se è stato il folle gesto di un solo pazzo o di un gruppo di estremisti ben organizzati. Quello che so che oltre al dolore per le vittime ed i feriti, si aggiunge l’aumento di odio degli occidentali verso tutto ciò che proviene dall’Islam.
Chiusura.
Io credo che se non conosci davvero qualcosa possa capitare che tu ne abbia paura.
Ed è da qui che bisogna partire, e dal concetto di fratellanza, di arricchimento delle e nelle diversità. C’è un reale bisogno di comunicare, confrontarsi, gettare alle spalle ogni pregiudizio e provare ad indossare i panni dell’altro per comprenderci e camminare insieme verso questa società multietnica che è il futuro. Gli italiani non sono tutti mafiosi, proprio come i musulmani non sono tutti terroristi. Non è una frase banale, ma una verità semplice.
“Tareq, facciamo qualcosa di più.”
Perché le emozioni le proviamo tutti, indipendentemente da dove abitiamo o dal colore della nostra pelle. Indipendentemente persino dalle nostre idee.
#Babel è la dimostrazione di come si possa camminare verso la Pace insieme.
La poesia (dal greco ποίησις, poiesis, con il significato di “creazione”) è una forma d’arte che crea. Per questo abbiamo deciso di partire da qui, per creare un po’ dal nulla, qualcosa che unisca anime e popoli.
Esistono confini, muri, frontiere che la poesia abbatte e da quelle macerie nasceranno ponti per attraversare i pregiudizi ed incontrare l’altro ed accorgersi che è esattamente un uomo come noi.
Nasce una pagina Facebook ed una di Twitter: una poesia a settimana che ogni giorno verrà tradotta in diverse lingue, tutte quelle che riusciremo a raccogliere grazie alla potenza del web e di chi sa usarlo per fare qualcosa di costruttivo e positivo.
E’ bastato aprirla e tantissime persone si sono offerte come traduttori o poeti.
Tareq è il mio compagno di viaggio, la prima stazione, il punto di partenza di questa avventura. Dopo essersi laureato come traduttore English/Arabic Arabic/English all’università di Damasco, viene in Italia per lavorare in una casa editrice a Milano. Gira un film documentario sul problema dei rifugiati siriani in Europa “Io Sto Con La Sposa”. La sua voglia di fare qualcosa per il suo popolo è la sua forza. Dopo un anno e mezzo va a lavorare per le Nazioni Unite alla frontiera libanese israeliana per 6 mesi. Torna in Italia e fa il poeta di strada per un anno. Credo avesse bisogno di pace, di quella serenità che la poesia è in grado di farti respirare. Ora vive a Milano e lavora con Frontex (la polizia europea sulla frontiera). La sua voglia di poesia e di creare ponti verso un futuro migliore non si placa ed iniziamo insieme questo progetto. Ha molti amici provenienti da tutto il mondo. Unendo le nostre forze riusciremo ad avere moltissime lingue.
C’è Olga, abita ed insegna a Kiev. Olga ha passato l’infanzia nella nostra bella Napoli. Lei è una dei tantissimi bambini di Cernobyl accolti in Italia per i cosiddetti soggiorni di risanamento.
Poi c’è Joy che vive e studia a Durazzo. Ha vinto molti premi di poesia ed ha già pubblicato dei racconti.
Irune viene da Veracruz, plurilaureata in lingue prima in Messico e poi in Italia, insegna all’università ed è anche ricercatrice linguistica.
Alen nasce a Doboj, in Bosnia Erzegovina, e come ogni aspirante miss Italia che si rispetti, alla mia domanda su quale fosse il suo sogno ha risposto: “La pace nel mondo”. Farebbe sorridere se non si pensasse che lui la guerra l’ha vissuta davvero.
Da Milano arriva Angela, lei insegna italiano in una scuola per stranieri. Siamo amiche su facebook da un po’. Seguo i suoi post sulla grammatica, su come sia difficile insegnare una lingua come l’italiano a chi ha bisogno di imparare in fretta come campare. Quello che mi rimane impresso è ciò che leggo sulla sua umanità. Credo faccia un po’ da mamma a tutti. “Da settembre avremo tutte le lingue africane, dialetti compresi!”.
Sara ha deciso di andare a vivere a Lione, dopo aver abitato a Torino per alcuni anni con il suo Romain. Faranno la traduzione insieme e sono convinta che dentro ci metteranno anche l’amore che li lega.
Lisa è mia amica da anni, da quando le sue tre bimbe hanno cominciato a frequentare il doposcuola che gestivo. Ha trascorso la sua vita fino all’adolescenza in Canada. Lei curerà la traduzione in inglese. La travolgo ogni volta con i miei sogni e lei, ogni volta, puntualmente li appoggia. “Ma come faiiiii??” mi rimprovera ridendo con la sua voce che, detto tra noi, mi ricorda quella di Stanlio ed Ollio. (Non diteglielo, mi raccomando!).
Leoreta nasce a Shkoder, una città situata in Albania. La sua passione è la scrittura, ha vinto infatti numerosi concorsi. Scrive per dei giornali che si occupano di immigrazione, vive e lavora in Italia ormai da molti anni. Emozionare ed emozionarsi attraverso le parole è il suo intento.
Daniela è italiana, di Perugia, ed è emigrata in Lussemburgo piccolissima sperimentando su di sé cosa voglia dire essere “straniera”. E’ tornata in Italia e adesso rivive negli occhi dei ragazzi che hanno raggiunto il nostro paese partendo dalle coste africane, la stessa inquietudine provata da bambina, e cerca di fare qualcosa di concreto. Integrazione, aiuto, comprensione, affetto. Maha è il nome del ragazzo che ha “adottato”. Parla il mandinga e lo wolof che sono due lingue africane subsahariane. Insieme si occuperanno della traduzione delle poesie per Babel.
Alessandro vive a pochi chilometri da casa mia. E’ il presidente di un’associazione molto attiva sia sul nostro territorio che a livello internazionale. Tra le altre cose organizza un festival di cortometraggi a cui partecipano ogni anno migliaia di corti provenienti da ogni parte del mondo. Dieci Minuti Di Film Festival è il fiore all’occhiello di Indiegesta. Alessandro curerà la traduzione in portoghese.
Poi c’è Sophie per l’olandese, Loredana per il bulgaro, Lai per il senegalese, Anita per il polacco, Aida per il serbo-croato, c’è Camila, Sofia, Ben, Andrea, Fadi, Marcela, Gassid, Chris, Tammam, Essa, Carolina, Ebadur, Luca, Anna, Pina, Lana, Jessica, c’è il danese, lo svedese, il finlandese… insomma, ci stanno contattando davvero moltissime persone che hanno la stessa nostra voglia di unire il mondo in un’unica lingua: quella della poesia.
Si unisce al gruppo anche Noemi, fotografa apprezzata a livello internazionale, che creerà per ogni poesia un’immagine unica, volti silenziosi di un mondo che parla.
Attraverso i suoi disegni, essenziali e trasparenti, quasi respiri, Simona cercherà di interpretare l’emozione che ha fatto nascere ogni poesia. Lei è un’illustratrice eccellente ed, essendo anche musicista, dentro ai suoi disegni si percepisce sempre melodia.
Ad unire il tutto la creatività di Andrea, il grafico siciliano che si è messo a disposizione per creare lo splendido logo di #Babel. Una sola prova la sua ed ha centrato l’idea di tutti. Al primo colpo, come sua abitudine del resto.
In questo progetto ho coinvolto la mia Casa Editrice Gemma Edizioni. Nascerà nel tempo un e-book da scaricare gratuitamente per rendere possibile la lettura di questa magia ovunque.
Insieme costruiremo la poesia che unisce.
Non ho chiesto a Tareq a quale religione appartenesse, come lui non l’ha chiesto a me.
L’Amore è una preghiera universale e non ha colore.
Vuoi leggere le poesie in tante lingue? Non ti resta altro da fare che seguirci alla pagina di facebook Babel
qui l’intervista radiofonica e l’articolo su on-line news
Gemma Gemmiti.