E’ un verbo stupendo.
Specialmente quando ad agire sono ragazzi, i nostri giovani studenti che, nel mondo, credono ancora.
Ed ecco che, quasi per magia, prendono forma pensieri, opinioni, ribellioni tutte da ascoltare e fare proprie.
Per diritto di crescita di questa società le cui radici ben salde, rischiano di farci perdere di vista il cielo.
Si evolve e si cerca di farlo al meglio.
“Grazie per averci dato l’opportunità di parlare di diversità. In questo modo le persone potranno conoscerle e non averne più paura.”
Si chiama Elena Lucia Grussu ed è una studentessa del Liceo Classico la Farina di Messina. Dopo la pubblicazione è stata scelta dal team di Gemma Edizioni come autrice. Tra pochissimo uscirà il primo episodio, dal titolo: “11 Ottobre”, di una lunga serie tutta in giallo, il cui protagonista è l’agente Sala. Ha 16 anni Elena Lucia e la stoffa necessaria per affermarsi come scrittrice.
Selfie di Noi è, quindi, anche opportunità.
“A chi posso dire se mi sento solo?” durante una lezione di educazione all’affettività questa è stata la domanda posta alla nostra Dott.ssa Valeria Ricci da uno studente. Molto introverso e schivo, ha avuto modo di avere l’attenzione dei propri compagni che, grazie a queste sue parole sussurrate come fossero un grido, hanno preso coscienza delle sue difficoltà.
Un passo verso l’altro, anche questo sono riusciti a fare i ragazzi impegnati nel progetto di Alternanza scuola lavoro di Gemma edizioni. Traguardi che ci sembrano punti di partenza.
“Ho pianto quando ho visto quelle immagini. Ma davvero anche le mie parole sono riuscite a scaldare?”.
I primi di marzo sono state consegnate dalla Croce Rossa di Ferrara più di 100 termocoperte ai terremotati di Amatrice, grazie alla volontà degli studenti di Messina di donare parte dei proventi della loro pubblicazione. Questo è un insegnamento di vita che va ben oltre qualunque professionalità che siamo in grado di trasmettere.
qui l’articolo –> Parole che scaldano
Selfie di Noi nasce come una raccolta di racconti che non sperava certo di diventare un verbo in crescita.
“Costruire”.
Voleva semplicemente essere specchio del mondo che cambia visto attraverso gli occhi dei nostri giovani. E’ successo molto di più, davvero molto di più.
E lo si capisce sfogliando i volumi scritti dai ragazzi del Liceo Ettore Majorana di Capannori, a Lucca, la cui presentazione avverrà il 12 aprile alle ore 10:30.
leggi qui l’articolo –> Selfie di noi Volumi 4 e 5
Parlano di muri che la società erige o che noi stessi, a volte schiavi, costruiamo intorno a noi. Parole che diventano testimonianza scritta ed indelebile di un’immersione nel più brutto degli orrori di cui la nostra “civiltà” si è macchiata. Il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, meta di un viaggio della memoria, nella memoria, di chi quella cenere l’ha respirata, ha segnato per sempre questi ragazzi rendendoli (e lo leggiamo nelle loro parole) adulti consapevoli.
“Entrare nei campi, specialmente in Birkenau, estrania dal mondo: non riesci a pensare ad altro se non al fatto che stai camminando dove qualcuno è morto, dove un bambino, piangendo, lasciava la mano della mamma per non stringerla mai più”.- Carlo Bigongiari.
Siamo fieri di voi, ragazzi, e dei percorsi che la scuola italiana spesso bisfrattata, è in grado di offrirvi. Merito, lo constatiamo ogni giorno, del grande impegno, amore e passione che i vostri insegnanti ci mettono.
Costruire diventa in questo modo un verbo in movimento verso una Speranza.
Gemma Gemmiti.