Una società che morde e fugge sempre con un pezzo di te tra le fauci, che impone di essere “qualcosa” e che questo qualcosa rientri in determinati canoni, occupati tutta la vita a raggiungere quel canone per non essere da meno (ma meno rispetto a quale più?).
Finché, ad un certo punto, il ciclo si interrompe, un tassello salta, la collettività smette di essere massa e torna ad essere individuo, con le sue peculiarità cui prestare attenzione, e si impara e prova a riascoltare voci e storie.
Storie come quella di Mauro Ferrara.
Gemma Edizioni non è semplicemente fiera di presentarvi un romanzo appena pubblicato, è felice di raccontarvi una storia che riflette profondamente la condizione del suo autore, affetto da sclerosi multipla, scoperta a 22 anni.
Mauro Ferrara ci ricorda, a volte con molta delicatezza, a volte a schiaffoni ben assestati, pagina dopo pagina, che la dignità e la gioia di vivere non si fermano a quello che abbiamo imparato e non possiamo più fare ma sta nella capacità di cercare nuove modalità, inventarle ogni giorno, guardando l’individuo (noi, lui, tutti), tornando ad essere una collettività sana che non morde, non ti ruba pezzi ma ne aggiunge (noi a lui, lui a noi, tutti), consapevole che le storie e le voci non devono rientrare in nessun canone per poter lasciare qualcosa in chi ascolta.
Mauro lo dice senza giri di parole: essere uomo non vuol dire soltanto fare la pipì in piedi.
E questo è anche il titolo del suo romanzo.
“Spesso me ne sto lì, appeso nell’aria indefinita dei giorni statici. Sono la cosa di cui occuparsi che però non può dettare le regole. Nel mio regno, fatto di lenzuola, cuscini e materassi gonfia sgonfia reclinabili, sono un dittatore grottesco, silenzioso e intrappolato, che parla solo se gli altri gli prestano la voce, che costruisce frasi lettera per lettera e poi alla fine se le dimentica e opta per una battuta, possibilmente a sfondo sessuale, che faccia ridere, perché una frase che fa ridere non è mai sprecata del tutto.
La piccola autobiografia di un uomo a cui non servono corde vocali per far risuonare la sua voce, che si interroga, continuamente, sul significato della felicità e che sceglie di crederci, come si fa con le religioni”.
Mauro Ferrara è nato a Casoria, il 12 Novembre del 1974 (segnatevi la data perché lui adora ricevere regali). Muratore insieme a suo padre, cameriere, poi operaio in una fabbrica di porcellana dove producevano bambole, rappresentante porta a porta; giovanissimo supera il concorso ed entra nel corpo della Guardia di Finanza e ci resta, ancora oggi, anche se in pensione anticipata. A ventidue anni, scopre di non riuscire a decifrare un numero di targa e si sottopone a una visita oculistica, a cui ne segue un’altra neurologica. Da allora convive con la sclerosi multipla, il cui carattere con gli anni è andato peggiorando; è un matrimonio difficile ma, come per ogni coppia costretta alla convivenza, l’importante è continuare a comunicare.
Il libro è ordinabile a questo LINK e disponibile dopo il 15 agosto 2018