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I sogni che si avverano – Elena Lucia Grussu

Non aveva neanche 16 anni quando l’abbiamo conosciuta al Liceo “La Farina” di Messina, ma abbiamo notato subito in lei qualcosa di speciale.

Avevamo ragione.

Scopriamo talenti, per mestiere e per vocazione, e vedere le persone nelle quali abbiamo creduto e continuiamo a credere, arrivare anche ben oltre le loro più rosee aspettative, ci fa sentire fieri.

Leggete cosa sta succedendo dalle sue stesse parole.

“Quando ero più piccola e mi veniva chiesto cosa avrei voluto fare da grande dicevo di voler fare la psicologa. Da otto anni, quando tutti i miei compagni sognavano di diventare calciatori o ballerine io desideravo studiare medicina, prendere una laurea; avevo le idee da grande nel corpo di una bimba, la gente a volte se ne preoccupava ma io non ci facevo molto caso.

Col tempo – ora aggiungo, fortunatamente – ho capito che in realtà gli anni di studio, il tirocinio e il lavoro dentro un ufficio sempre uguale non erano per niente le cose a cui aspiravo, che nascondevo i quaderni pieni zeppi di storie sotto il materasso e fingevo che non esistessero perché la poca fiducia in me stessa mi portava a pensare al mondo del cinema e della letteratura come una cosa per pochi, fortunatissimi, eletti.

Così sono cresciuta con il naso tra i romanzi e gli occhi puntati verso il multisala accanto casa, ma quando qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare rispondevo che volevo diventare una psicologa.

Il punto di svolta è stato sicuramente quando, al terzo anno di liceo classico, la professoressa di greco mi chiese un racconto per un progetto di alternanza scuola-lavoro. Un racconto divennero due, due racconti divennero una collaborazione completa con la stesura di “Selfie di Noi 2”, e quelle ore di alternanza si trasformarono ancora in un contratto per pubblicare dei racconti a mio nome, la libertà di iniziare a dire al mondo quello che volevo comunicare.

Divenne tutto concreto nel momento in cui apparve sullo schermo del mio telefono la foto della copertina per il mio primo ebook (11 Ottobre): era lì, con il mio nome sopra, il mio titolo, e sotto nome e cognome del personaggio che io avevo creato. Ricordo che scoppiai a piangere a scuola, vere e pure lacrime di gioia.

Da quel giorno tolsi i miei quaderni dal loro nascondiglio.

Qualche mese dopo la pubblicazione del mio primo racconto, ricevetti un messaggio su Facebook da parte di una giornalista che mi chiedeva un’intervista per un telegiornale cittadino. Il servizio fu pessimo, io ero agitatissima e boccheggiavo come un pesce fuor d’acqua, eppure da quella mezz’ora passata agli interni dello studio di TodoModo l’amministratore delegato deve aver visto qualcosa in me, perché subito dopo mi offrì di collaborare con loro; niente di serio, stava solo tastando il terreno per capire se il mio talento nella scrittura potesse essere messo a buon uso altrove.

Durante l’estate scorsa, dunque, iniziai a fare qualche intervista, a presentarmi per qualche evento, a conoscere bene le meccaniche che muovono una redazione giornalistica.

Tra le interviste e i servizi, però, l’esperienza più importante è stata quella del periodo di Natale dello scorso anno, quando l’amministratore delegato di TodoModo – lo stesso con cui lavoro tutt’oggi e che mi ha dato quella possibilità di dimostrare il mio potenziale – mi ha assegnato la sceneggiatura di un corto da presentare a un evento importante.

Scrivere una sceneggiatura per me era una cosa nuova, anche se mi ero cimentata in piccoli stralci di qualche pagina giusto per entrare in confidenza col formato, non sapevo come iniziare o cosa fare effettivamente, ma mi sono lanciata e il risultato è stato piuttosto soddisfacente se ci penso a mente fredda. La parte migliore, però, venne quando iniziammo a girare e iniziai a vedere le parole che avevo messo su carta prendere vita di fronte ai miei occhi grazie alla mano esperta di Mario Falcone (Tra gli sceneggiatori più noti in Italia, ha firmato alcune delle fiction televisive di maggior successo come Padre Pio, Ferrari, Cuore, La guerra è finita, De Gasperi, Einstein e Anita Garibaldi. ndr) che mi ha aiutata e supportata anche nella stesura stessa della sceneggiatura con il suo occhio esperto.

Il lavoro finale è stato un successo e abbiamo ricevuto entrambi molti complimenti e ringraziamenti.

È stata una giornata che mi ha aperto gli occhi e mi ha resa ancora più determinata, così qualche settimana fa ho preso il coraggio a due mani e un biglietto per Roma e ho finalmente provato a concretizzare i miei sogni: mi sono presentata di fronte al direttore di una scuola di cinema per chiedere di essere ammessa ai corsi e iniziare un percorso di formazione come sceneggiatrice. Nonostante le mie paure e insicurezze, nonostante il terrore e l’angoscia che mi masticavano lo stomaco, questa possibilità mi è stata data e giusto ieri ho firmato gli ultimi documenti burocratici per poter partecipare al primo anno all’accademia Sentieri Selvaggi di Roma.

Nel mio futuro prossimo ci sono gli esami di maturità, un nuovo ebook (Il bivio, in prossima uscita), il trasferimento nella capitale, tanti sacrifici e altrettante incognite; dovrò lavorare duramente per riuscire a completare i quattro anni di studio ferrato che mi aspettano, ma non mi sono mai sentita più felice o più sicura di qualcosa in tutta la mia vita”.

Gemma GemmitiI sogni che si avverano – Elena Lucia Grussu
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