Si può essere azienda e pensare anche al sociale?
Non è poi così complicato, basta pensare al presente avendo ben chiaro che un futuro migliore lo si può costruire solo insieme.
Riportiamo l’articolo firmato dal giornalista Giampiero Cinelli e pubblicato sul quotidiano “Il Messaggero” del 5 luglio 2019.
“Buone notizie da Ceccano, ci scrive lei in una mail.
C’è voluto poco a capire che dietro quel messaggio ci fosse qualcosa da scoprire. Così la contattiamo, per conoscere meglio la Casa Editrice che ha fondato nel paese ciociaro, la Gemma Edizioni, con la quale è riuscita, assieme ai suoi colleghi, a devolvere ben € 32.000,00 agli istituti scolastici di tutta Italia.
A parlare con noi è Gemma Gemmiti la quale, dal 2015, ha deciso di dare vita a un’idea originale, non limitandosi a pubblicare le creazioni di giovani scrittori, ma facendo diventare scrittori… i bambini.
A dirsi è strano, ma a quanto pare si può.
Attraverso le scuole, la Gemma Edizioni coinvolge i più piccoli nella stesura di fiabe, favole e filastrocche, stimolando la loro fantasia ed educandoli a una scrittura sempre più ragionata e consapevole.
Con i ragazzi delle medie superiori, invece, si lavora a raccolte di racconti e poesie, guide turistiche, libri di ricette, fumetti e manualistica.
Come si fa a donare parte del ricavato alle scuole?
Gemma ce lo spiega con grande semplicità: “Basta solo non ricercare il massimo del profitto. Noi vendiamo alle scuole un numero determinato di copie, che poi saranno utili nella didattica; una volta che abbiamo coperto i nostri costi e ci siamo assicurati il guadagno, rigiriamo alle strutture una parte delle somme, cifre non esorbitanti ma comune preziose, con cui i dirigenti scolastici lanciano ulteriori progetti”.
Ma non è pura beneficenza, al contrario di come molti pensano – spiega – perché quei soldi che tornano indietro sono un contributo concreto alla lotta all’analfabetismo funzionale e una spinta in più alla formazione dei giovani che in futuro pensiamo saranno più propensi a leggere e a dare valore a chi lavora nella sfera culturale.
Gemma non ha dubbi: i libri fatti dai più piccoli servono anche per far capire ai soggetti svantaggiati, effetti da dislessia o con difficoltà di socializzazione, che superare i propri limiti non è un sogno.
Come detto prima Gemma edizioni è attiva anche dal lato delle pubblicazioni tradizionali e ci tiene a far sapere che non fa pagare nulla agli autori. L’impegno nella scoperta di nuovi talenti è uno degli elementi principali. I primi risultati già si vedono, ad esempio con il romanzo di Andreea Simoniel “Straniera vita”, recensito su Il Foglio senza dimenticare il premio al Festival dei monologhi di Ostia di Andrea Mattei per “Briciola” e quanta attenzione per il coraggioso racconto della malattia di Mauro Ferrara, il cui titolo balza all’occhio: “Essere uomo non vuol dire soltanto fare la pipì in piedi”. La nuova sfida della casa editrice “Un foglio bianco”, viaggio nella guerra siriana vista con gli occhi di una bambina, Kalima, un’opera di Annamaria da Bellonio trodotta in 10 lingue.
“Stiamo cercando nuovi traduttori” – ci informa Gemma.
Lei pare non fermarsi mai, e ci fa vedere quanti passi può fare una piccola intuizione”.
Giampiero Cinelli