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Rivelarsi al mondo degli adulti

Noi adulti, genitori, educatori ed insegnanti siamo abituati a parlare e a pensare ai nostri adolescenti ritenendo di poter conoscere tutto del loro mondo. Pedagogisti, psicologi, neuropsichiatrici si arrogano il diritto di esplorare ogni angolo nascosto del loro universo. Saggi e ricerche vengono continuamente pubblicati per cercare di descrivere e capire il mondo degli adolescenti.

Dati e numeri offrono uno spaccato delle loro esistenze caratterizzate da noia e apatia, indifferenza e superficialità, facendo trapelare esclusivamente ciò che di questo mondo fa notizia e desta scalpore, dimenticando il fatto che chi li osserva non appartiene più al loro mondo. Ma chi sono veramente questi adolescenti? Come vedono il mondo che li circonda, e soprattutto come si identificano nel quadro che la società fa di loro?
“Selfie di Noi 6” nasce dal bisogno di alcuni ragazzi di raccontarsi “di rivelarsi al mondo degli adulti con una penna ed un foglio” attraverso storie immaginarie o verosimili, “mostrando il loro fragile, ma fantastico mondo, denunciando le loro insicurezze e le loro paure”.

Un libro nato all’interno della scuola con l’idea di far raccontare direttamente chi ancora oggi sta vivendo questa fantastica età: loro, gli adolescenti stessi, con l’obiettivo di invitare i loro coetanei ad avvicinarsi al mondo della lettura attraverso la scrittura.
Con il supporto di una casa editrice esordiente, Gemma Edizioni, guidata da Gemma Gemmiti, una donna animata dalla passione e dall’amore per la cultura, “Selfie di Noi 6” si colloca all’interno di una collana curata e scritta interamente da studenti, che a contatto con il mondo del lavoro si sperimentano come editor, nonché come “scrittori” e “poeti”. “Selfie di noi 6” è il sesto volume di questa collana, entrata a tutti gli effetti a far parte del mondo della editoria indipendente italiana.
L’opera, risultato di un progetto di Alternanza Scuola Lavoro, attività curricolare introdotta anche nei licei dalla fatidica legge della Buona scuola (lg.107/2015), costituisce un nuovo modo di proporre ai giovani l’esperienza della scrittura e della lettura, alternativo alla didattica tradizionale.
Oltre cinquanta studenti del Liceo delle Scienze Umane Giuseppe Parini di Seregno si sono trasformati, all’interno del loro istituto, in scrittori e “cacciatori” di testi; hanno raccolto, selezionato, editato e corretto, nonché impaginato i numerosi componimenti narrativi e poetici, guidati dalla Casa editrice di Frosinone, per poi consegnare alla stampa la loro creazione. Attraverso oltre quaranta poesie e racconti, divisi in dieci sezioni, i giovani scrittori rivelano le loro gioie, i loro dolori, le loro ansie e i loro desideri, lasciando nel lettore il piacevole ricordo di un’ età ricca di emozioni, di cambiamenti e di trasformazioni.
La varietà tematica che caratterizza le storie narrate permette a tutti, giovani e meno giovani, di potersi immedesimare almeno in uno dei testi e di sentire di nuovo le profonde emozioni che caratterizzano l’esistenza dell’uomo all’inizio del suo viaggio alla scoperta della vita. Con un linguaggio semplice, ma corretto, vengono comunicati valori e messaggi universali che spesso gli adulti hanno dimenticato. Amicizia, amore, passioni, dolori vengono analizzati con autentica criticità da chi non è ancora stato deluso dalla vita e desidera sognare. Emarginazione, apatia, noia, bullismo, anoressia sono trattati senza veli, senza recriminazioni, con il solo desiderio di far conoscere una realtà che a volte diviene difficile affrontare da soli, sempre con uno sguardo aperto verso gli altri, pronti ad aiutare chi è in difficoltà senza retorica o pregiudizio.

Nel quadro completo di quella che è la nostra società, emerge la consapevolezza che la cultura è l’unica ancora di salvezza per l’ uomo, anche là dove la guerra imperversa.
La storia di Safa, un’adolescente orfana siriana, diventa occasione per aprire il proprio mondo a chi soffre ingiustizie ed è privato dei principali diritti umani, di chi soffre a causa della guerra e delle diseguaglianze.
Il lettore entra a contatto con una lettura che non solo intrattiene, ma informa e commuove grazie alla capacità dei giovani scrittori di trasportare nel proprio mondo.

Tanto più il mondo descritto è vero, tanto più il lettore si sente scomodo, lontano dalla propria zona di confort. Quando poi la realtà raccontata è di sofferenza e pena, oltre che di vita vera, allora il lettore non può far altro che arrendersi e abbandonarsi alla commozione.

Con un foglio ed una penna i ragazzi diventano promotori di cultura, “in una società dove la parola e la scrittura hanno sempre meno valore” e cercano di avvicinare i loro coetanei al mondo della della lettura in modo coinvolgente e delicato.

Raccontano per capirsi, raccontano per vivere, raccontano per sentirsi meno soli, raccontano per permettere agli adulti di entrare a far parte del loro mondo.

Abbiamo fatto alcune domande ai ragazzi che hanno partecipato al progetto come editor e come scrittori.

Quando ha avuto inizio questo progetto e come l’avete accolto?
Il progetto ci è stato proposto nel mese di Novembre dalla nostra insegnante di Letteratura latina, nonché nostra tutor di classe per l’Alternanza Scuola Lavoro. Abbiamo accolto il progetto con molto scetticismo e poco convinti, poiché ci sembrava impossibile diventare scrittori ed editori, noi che siamo abituati a leggere e a scrivere solo per obbligo scolastico. Ci siamo però fidati e in poco tempo siamo stati catturati dalla passione e dal piacere di raccogliere e poter correggere racconti e poesie che parlavano del nostro mondo. L’attività si è rivelata stimolante ed interessante per ognuno di noi, in quanto ci ha permesso di evidenziare le nostre competenze in base alle nostre attitudini e ai nostri interessi, mettendoci alla prova come scrittori, editor, correttori di bozze, grafici, esperti di marketing. Con tempo le attività di editing ci hanno persino divertiti e tutti ci siamo sentiti parte di qualcosa di grande.

A chi si rivolge in realtà il vostro libro?
Si rivolge ad un pubblico vasto. Agli adolescenti in primo luogo, che nei racconti presenti nel volume possono rispecchiarsi, ma anche agli adulti, che possono così capire meglio il mondo dei loro ragazzi, un mondo che spesso giudicano senza conoscere veramente.

I racconti sono frutto della fantasia degli scrittori o si ispirano a storie vere?
Alcuni sono verosimili, ma molti sono racconti di vita vera. Tutti rispecchiano in qualche modo il mondo in cui viviamo, le nostre passioni, i nostri dolori, i nostri disagi, i nostri piccoli e grandi drammi famigliari. Abbiamo voluto anche dedicare un racconto a quei ragazzi che purtroppo, a causa della guerra, sono privati del diritto all’istruzione. A loro abbiamo voluto devolvere una parte del ricavato della vendita del nostro libro, collaborando con l’Onlus Insieme si può fare/Pasqua in Siria, che sostiene il diritto allo studio nei campi profughi tra i giovani siriani.
Qualcuno di voi editor si è sperimentato anche scrittore?
Sì, alcuni di noi, che non avevano mai avuto il coraggio di rivelare la loro passione per la scrittura, hanno deciso di mettersi in gioco e hanno condiviso con la classe i loro racconti. Questo ha creato un nuovo clima tra di noi , di amicizia e collaborazione rendendoci più vicini.

Secondo voi può essere utile ad un adolescente scrivere? Perché?
E’ superfluo dire che la scrittura è utile. Tutti hanno la necessità di scrivere. Si scrive per intraprendere un viaggio senza muoversi dalla propria stanza, per mentire senza però ingannare la realtà, per creare un nuovo mondo in cui rifugiarsi ogni qualvolta ne sentiamo la necessità. Si scrive per un lettore o per noi stessi. Scriviamo per ricordare, condividere le nostre emozioni. Il potere della scrittura è potente. Si può intrattenere, informare, commuovere… La scrittura è eterna, durevole. Spesso gli adulti non comprendono il nostro mondo, lo vedono troppo distante, buio e tormentoso. La scrittura serve anche per denunciare.
“Scrivo per fare un po’ d’ordine nel caos” Nathan Englander.

Quali progetti avete, ora che il libro è stato pubblicato?
Vorremmo pubblicizzarlo e farlo conoscere ad altri giovani, promuovendo la lettura e la scrittura quale strumento di cultura e di riflessione personale sui veri valori della vita, sui sentimenti e sulle emozioni, in un mondo dominato spesso dall’egoismo e dalla violenza. Abbiamo a questo scopo creato uno spettacolo teatrale, da proporre nelle scuole, in cui attraverso la lettura di brani tratti dai nostri racconti, testi musicali, danze e brevi sketch cerchiamo di presentare il libro divertendo i nostri coetanei. Ci stiamo impegnando a creare progetti, illustrazioni, spettacoli per promuovere sia il nostro libro sia il lavoro che abbiamo svolto. Attraverso mini lezioni e laboratori di scrittura vorremmo far vivere l’esperienza dell’editoria a più persone possibili, insomma condividere ciò che abbiamo appreso. Diffondere la cultura, promuovere la scrittura è ora il nostro prossimo obiettivo.

Qualche domanda a Gemma Gemmiti, responsabile della casa editrice Gemma Edizioni.

Gemma come può definire questa esperienza di editoria all’interno del mondo della scuola?
Sicuramente la posso definire un’esperienza rivoluzionaria. Un nuovo modo per avvicinare i giovani al mondo della scrittura e della lettura. Crediamo sia necessario, in un’Italia che legge sempre meno, porre rimedio. In un libro puoi trovarci davvero di tutto e puoi persino modificare la percezione dei tuoi limiti e superarli. Specialmente quando poi, a scrivere sei tu. “Chi legge vive più vite”, no? Pensate un po’ a chi scrive. Può sperimentare, sperimentarsi, mettersi in gioco e migliorare. “Mettersi nei panni di” poi, è un esercizio utile quanto indispensabile. Noi ci crediamo fortemente.

Il segreto di tanto successo?
Passione, determinazione, tenacia, entusiasmo… Non c’è un segreto unico, ma tante professionisti che si sono messi in gioco per creare Bellezza. Il resto è venuto da sé. Non è stato semplice, soprattutto all’inizio. I ragazzi non si sentivano in grado di poter scrivere un libro. Poi è accaduto, un passetto dietro l’altro e, credetemi, vedere i loro occhi emozionati mentre con le mani felici e tremanti sfogliavano la loro creatura, ci ha ripagati di tutti gli sforzi fatti. Un grazie enorme va ai loro professori che li hanno incoraggiati. Un lavoro sinergico quindi, che ci ha visti tutti impegnati per il raggiungimento di un traguardo comune: la pubblicazione. È stato un po’ come imparare ad andare in bicicletta: serve la mano del papà a reggere il sellino, la mamma che incoraggia, ed il vento che conquistiamo ci darà poi la forza per non dimenticare mai più come si fa.

Qual è la cosa più bella che è accaduta?
Non è una cosa, ma sono le persone che abbiamo avuto modo di incontrare e di conoscere. Sono gli insegnanti, con i quali ci siamo approcciati ri-conoscendoci all’interno di una passione comune che sono i ragazzi e la voglia di contagiarli dell’amore per la lettura; sono i Dirigenti che hanno rischiato decidendo di intraprendere un percorso nuovo e mai battuto prima, consci del traguardo che si prospettava; sono i ragazzi, soprattutto quelli, a cui stiamo insegnando a sognare.

Un’alternanza scuola lavoro positiva, quindi, quella offerta da Gemma Edizioni?
Sì, perché ci sono molti tipi di alternanza scuola-lavoro anche più semplici, ma che sono di gran lunga meno esperenziali per i ragazzi. Noi insegniamo diversi mestieri: editor, correttore di bozze, grafico, impaginatore, comunicatore, addetto al marketing e all’ufficio stampa. Il docente referente è un punto fondamentale per la buona riuscita del progetto e, visto i risultati, abbiamo avuto la fortuna di collaborare con insegnanti eccezionali. Sono 100 le ore necessarie a portare a termine ogni pubblicazione, gran parte delle quali i ragazzi le svolgono in completa autonomia. Il team che accogliamo a volume è composto da 28/30 studenti. Ognuno di loro è responsabile di una parte del percorso e collaboratore nelle altre. In questo modo possono sperimentare anche il ruolo di leader ed imparare quindi sia a dare ordini che a eseguirli. Sono quaranta le scuole che fino ad ora hanno saputo cogliere questa splendida opportunità data ai propri studenti; 3200 i ragazzi accolti che diventeranno 5000 da settembre, in tutto il territorio nazionale.

  • Articolo realizzato dalla Prof.ssa Eliana Sormani, referente ASL Liceo Parini per Via Po Cultura
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