Venerdì 22 ottobre nella libreria Bookstorie di via Valsassina a Roma si è svolta la presentazione del romanzo di Bruno Tobia dal titolo “Il restauratore di vetri”, edito recentemente dalla nostra casa editrice.
Insieme all’autore è intervenuta Carla Fiorentino, direttrice editoriale di Emons e autrice di alcuni romanzi di successo per i tipi di Fandango libri, fra questi: “Cosa fanno i cucù nelle mezz’ore” e “I tonni non nuotano in scatola”.
Di fronte a un pubblico attento e partecipe che affollava i locali della libreria, l’autore ha risposto a non poche domande che hanno saputo mettere bene a fuoco alcuni aspetti essenziali dell’opera, permeata – questo il giudizio di Fiorentino – da una scrittura personale alta e ricca.
Innanzi tutto, l’affascinante questione di aver posto come protagonista essenziale del racconto, se non addirittura primario, un presepe di vetro, dono della Repubblica di Venezia a Pier Luigi Farnese di Parma nel 1545, che nel corso del tempo finisce per ridursi, quattro secoli dopo, al solo gruppo della Natività; in secondo luogo, la scelta di far svolgere una cruciale funzione narrativa ad alcuni centralissimi rioni di Roma, imbiancati dalla grande nevicata del febbraio del 1956, entro i quali si muove il protagonista della seconda parte del romanzo, un pescivendolo di Campo de’ Fiori, detto Er Calamaro.
È Roma a occupare adesso – è stato sottolineato – la scena, descritta in quella sua straordinaria e inusitata veste invernale con dovizia di particolari realistici e insieme con suggestiva capacità evocativa.
Poiché occorre sottolineare un ulteriore elemento emerso nel corso dell’incontro: la messa in evidenza del fatto che nel suo romanzo Tobia – storico di professione – ha saputo stringere insieme l’intelaiatura fantastica della vicenda romanzesca con una certa quantità di molti elementi reali tratti con precisione dalle vicende dell’epoca, anche i più minuti.
Il romanzo da un preciso momento in avanti assume un’inclinazione che lo accumuna alla narrativa noir.
E tuttavia un tal fatto non è stato giudicato motivo sufficiente per far dimenticare che siamo puramente e semplicemente di fronte a una storia, la quale, è vero, a un certo punto del suo sviluppo precipita in modo tragico, ma che pur tuttavia rimane sempre con forza ancorata alla sua natura di racconto il quale trova giustificazione soltanto in sé stesso a prescindere da ogni etichettatura di genere.
Qui le foto della presentazione FOTO
Qui è possibile leggere gratuitamente le prime 20 pagine del Romanzo IL RESTAURATORE DI VETRI