La norma che ha reso l’Alternanza Scuola Lavoro parte imprescindibile del percorso formativo delle studentesse e degli studenti dei Licei, ha avuto il grande merito di aver introdotto nei nostri indirizzi di studio una stimolante ventata di aria nuova.
Sviluppare le conoscenze tanto da farle diventare competenze, orientare gli studenti al loro futuro di studio e/o lavoro rischiarando il buio fitto che loro vedono e temono, fornire a tutti i nostri studenti un “filo di Arianna” utile per trovare e ritrovare più volte la strada affinché sappiano orientarsi e riorientarsi più e più volte nel complesso mondo del lavoro: questi gli obiettivi dell’alternanza scuola lavoro.
Tutto bello, tutto giusto, tutto chiaro sì… ma come si fa?
Bene, in fondo l’alternanza scuola lavoro cos’altro è se non un cambio di prospettiva?
Quindi guardiamo il lavoro e tutte le cose del mondo non “da fuori” ma “da dentro”: come è fatta una cosa, come si costruisce, come si progetta, come si lavora in gruppo.
E poiché a scuola – nonostante i digital media – si vive ancora con i libri… allora costruiamo un libro!
Il libro è il più grande amico degli studenti visto che stanno insieme almeno per otto ore al giorno e quindi cosa c’è di meglio che conoscerlo da “dentro”?
Come nasce un libro, cos’è l’editing, la correzione delle bozze, l’impaginazione, la promozione e tutto quanto il resto… e non dobbiamo solo “saperlo”, dobbiamo “farlo”!
Ed è così che le mie ragazze e i miei ragazzi hanno dato la vita a un libro, e sono consapevoli di aver creato una creatura immortale.
Lo sanno tutti, i libri non muoiono mai e ci fanno vivere tante vite quante sono le storie che leggiamo, e se addirittura le scriviamo anche noi, forse, saremo un po’ immortali e un po’ più coraggiosi.
Io so delle difficoltà che le mie studentesse e i miei studenti hanno dovuto affrontare per scrivere e pubblicare questo libro, so del grande impegno e dei tanti sacrifici che sono stati necessari, ma so anche che durante il percorso hanno trovato quel filo di Arianna che consente loro di orientarsi nella complessità e nelle novità; so che lavorando in gruppo si sono anche passati il gomitolo per non perdersi tra loro aspettandosi l’un l’altro, so che adesso sono più grandi, più competenti, più coraggiosi e forse anche un po’ immortali.
Prof.ssa Maria Maddalena Di Maglie, Dirigente del Liceo De Sanctis-Galilei di Manduria (Taranto)