“Selfie di noi”, in uscita il 10 aprile, è il libro che porta la firma di tutti gli studenti del Liceo Scientifico Ettore Majorana di Capannori, diventati per l’occasione autori, ma anche grafici, correttori e specialisti di marketing d’eccezione.
Il libro nato tra i banchi di scuola è il risultato di un progetto di alternanza scuola lavoro promosso dalla casa editrice Gemma edizioni, che con questa iniziativa offre agli studenti di diversi licei italiani l’opportunità di scoprire come funziona il sistema editoriale dalla scrittura all’impaginazione fino alle strategie promozionali.
“E’ un’opportunità davvero interessante – sottolinea Luigi Lippi, preside del liceo – anche perché per i nostri studenti, diversamente da quanto avviene negli istituti professionali, è più difficile offrire un’esperienza professionale in ambito scolastico. Noi come docenti abbiamo solo segnalato ai ragazzi che c’era questa possibilità, sono stati loro a relazionarsi con la casa editrice e a concretizzare il progetto. Adesso che il libro è pronto per la stampa posso fare un bilancio e dire che grazie a questo percorso i ragazzi sono maturati, hanno capito cosa significa prendersi una responsabilità, coordinarsi e rispettare le scadenze, tra qualche giorno capiranno anche quanta soddisfazione si prova a stringere nelle mani il frutto del proprio lavoro“.
“I responsabili del progetto siamo noi studenti delle classi terze – spiega Matilde Carmignani, che in quest’opera si è assunta il ruolo di ufficio stampa -; in tutto siamo una settantina, divisi in quattro sezioni. Abbiamo deciso di affrontare questo impegno spartendoci le responsabilità in quattro gruppi di lavoro: alcuni si sono occupati di scrivere i racconti, altri di correggerli, un altro gruppo si è dedicato all’impaginazione e alla grafica e poi infine altri allievi si sono presi il compito di documentare e raccontare questo percorso con l’obiettivo di promuovere il libro stesso una volta pubblicato”.
I ragazzi hanno seguito delle lezioni via skype con i supervisori della casa editrice, imparando l‘iter che porta alla pubblicazione di un libro e scoprendo l’utilizzo dei programmi applicativi per l’impaginazione e la grafica.
“L’entusiasmo con cui abbiamo partecipato – racconta Marco Petroni, che ha seguito l’impaginazione dell’opera – ci ha portato a scrivere anche più di quanto avevamo inizialmente previsto, tant’è che il libro si divide in due volumi; alla fine anche gli studenti di altre classi della scuola si sono aggiunti e hanno preso parte al progetto”.
La divisione in due volumi è funzionale anche a separare i due grandi temi che vengono affrontati nei racconti: i muri che caratterizzano la nostra società e la memoria della Shoa.
“Abbiamo subito pensato di dedicare dei racconti al tema della memoria – spiega Carlo Bigongiari, uno degli autori – anche perché lo scorso gennaio alcuni di noi studenti hanno partecipato al viaggio didattico ad Auschwitz organizzato dalla Regione. Un’esperienza educativa che sentivamo di dover raccontare per dare voce a tutte le emozioni che ci ha fatto provare”.
“Il libro è una sorta di dizionario di sentimenti – aggiunge Marius Claudiu Mortoiu, altro scrittore – ogni racconto evoca una passione, un’emozione. Non avevamo limitazioni e ognuno di noi ha scritto la storia che sentiva. Le successive fasi di revisione hanno dato uniformità ai testi, organizzandoli in due volumi”.
“Io mi sono occupata delle immagini in copertina – dice Silvia Picchi, grafica – e ho cercato di cogliere l’essenza dei due temi affrontati, suggerendo anche la continuità che lega i due volumi, tant’è che affiancando le copertine le due immagini si completano”.
Dopo la fase creativa quella produttiva e promozionale.
“Non vediamo l’ora di toccare con mano il nostro libro – conclude Lisa Nannipieri, addetta stampa -, il 12 aprile alle 10 e 30 abbiamo organizzato una conferenza stampa qua a scuola per presentarlo a chiunque sia interessato. Abbiamo già creato un notevole interesse documentando il nostro lavoro sui vari social network: 300 copie sono già prenotate“.
articolo di Virginia Torriani su La Gazzetta di Lucca