A meno di una settimana dall’arrivo in Casa Editrice della prima tiratura di “Un tempo piccolo”, tutte le copie sono finite e siamo dovuti andare immediatamente in ristampa.
Tutte, come le 150 copie volatilizzate durante la presentazione del 18 luglio a Concordia Sagittaria, in provincia di Venezia, città nella quale abitano Michela e Paolo, i protagonisti della storia raccontata da Serenella Antoniazzi, ma non temete, sono già arrivate le copie stampate per la seconda tiratura!
Quella di Michela e di Paolo non è una favola a lieto fine, anche se di amore si parla; è la storia di una malattia devastante come l‘Alzheimer, che toglie ricordi passati e tempo presente, e mette enormi punti interrogativi sul futuro.
Paolo aveva 43 anni quando ha cominciato ad ammalarsi e ora che ne ha 48, ha barlumi di lucidità in mezzo a troppo buio.
Buio che non vede solo lui, perché in malattie come questa a “provare dolore” sono soprattutto i famigliari: è sua moglie Michela e i loro figli, Andrea e Mattia di 7 e 10 anni. Sono i genitori di Michela che le sono sostegno, sono gli amici che, come possono, cercano di non lasciare sola Michela. Perchè è anche di solitudine che parla questo libro.
Lucio Leonardelli ha moderato egregiamente l’evento di presentazione, Filippo Facca ha letto alcuni brani presenti nel libro emozionanto gli astanti, Paolo Toffoli ha immortalato l’intero evento.
Sala gremita e religioso silenzio durante le due ore di presentazione; tutta la città era stretta intorno a questa famiglia, per sorreggerla.
Molte le autorità presenti, di ogni colore politico, a dimostrazione del fatto che non ci sono bandiere da sventolare quando si parla di situazioni come questa.
La deputata Sara Moretto, il sindaco di Concordia Sagittaria Claudio Odorico, Gianluca Forcolin Vice Presidente della Regione Veneto, Fabiano Barbisan Consigliere Regionale, Anita Fiorentino Coordinatrice MDP.
Qui le FOTO della presentazione
Il Presidente della Regione Veneto dott. Luca Zaia ha personalmente scritto una lettera a Michela, ringraziandola per l’invito che è stato costretto però a declinare, per impegni istituzionali che lo vedono coinvolto in prima linea. Si erano già incontrati qualche tempo fa ed è proprio grazie al suo interessamento che Paolo ha potuto usufruire di 8 ore di assistenza settimanali, ma ora serve (purtroppo) di più: “Mi ricordo del nostro incontro, è stato emozionante, ma anche costruttivo e sono contento che l’opera di sensibilizzazione sull’alzheimer continui raccontando, nelle pagine di quest’opera, la vostra esperienza quotidiana con la malattia. La ringrazio dal profondo del cuore per il suo impegno, perché è importante continuare ad accendere i riflettori su questa grave emergenza, mettendo al centro il malato e l’umanizzazione delle cure, per creare un clima di solidarietà capace di vincere i pregiudizi e l’isolamento”.
Gianluca Forcolin, nonostante i numerosi impegni che la Vice Presidenza di una Regione come il Veneto gli comporta, ha voluto fortemente esserci: “Da questa serata “speciale” torno a casa sicuramente arricchito di un bagaglio “umano” che stimola a capire sul come possiamo agire, noi amministratori, istituzioni, per attenuare e dare una giusta dignità al malato e alla sua famiglia, creando un percorso di sostegno che vada oltre la cura e si occupi anche della fragilità di questa moglie e di questi bimbi, che non hanno perso un marito, un padre, ma nello stesso tempo lo vedono in modo diverso, attraverso una fitta nebbia che ha cancellato in lui le emozioni di una vita trascorsa felicemente assieme. A loro va la mia vicinanza e l’impegno, affinché queste storie e queste “tragedie umane” non rimangano sole”.
Fabiano Barbisan, profondamente commosso, ha scritto: ” Ho partecipato con grande emozione alla presentazione del libro. Non immagino quanto sia costato a Michela Morutto dal punto di vista umano mettere in piazza sentimenti ed affetti: a lei esprimo la più affettuosa ammirazione. D’altra parte la sensibilizzazione è lo strumento per far sì che anche le istituzioni possano intervenire, per questo e per altre situazioni di bisogno. E su questo il mio impegno sarà assolutamente garantito”.
Siamo editori, vendiamo libri, ma quello che vorremmo davvero attraverso l’opera, è sensibilizzare le istituzioni affinché si trovi presto una soluzione salvifica per le famiglie che, come quella di Paolo, si trovano improvvisamente in un buco nero.
Siamo certi che è quello che accadrà, perché non si può restare impassibili davanti a storie come questa.
Qui le parole della nostra fondatrice Gemma Gemmiti
Qui l’intervento della dott.ssa Bruni, esperta di Alzheimer:
Qui potete conosccere Michela e Paolo e la loro famiglia: