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“Storie di giovani Made in Italy” – recensione Maria Rita Grossi

«Vengono definite grandi storielle tutti quei racconti autobiografici che, raccontando la propria esperienza di vita, permettono di toccare tematiche politiche, sociali o economiche con dei valori o argomenti d’indagine utili per testimoniare parte della realtà che viviamo».

L’intenzione di Carola Speranza con il suo libro Storie di giovani Made in Italy, progetto che si evolve dal blog Grandi Storielle, è quella di dare voce a dieci ragazzi e ragazze, compresa l’autrice, con un racconto da condividere. Non aspira ad essere né un reportage né uno studio sociologico sulla condizione dei giovani in Italia.

Anche chiamarlo “raccolta di interviste” sarebbe limitante, in quanto l’autrice, sebbene in alcuni momenti faccia delle domande magari per rompere il ghiaccio, lascia loro lo spazio per esprimersi liberamente nel raccontare il proprio vissuto.

Risulta così che ogni storia ha una struttura differente, poiché segue il modo di narrare la personalità e le emozioni del suo protagonista: Nino Agostino espone le vicende del suo coraggioso zio vittima di mafia in maniera schietta; dal migrante anonimo traspaiono le difficoltà subìte, ma anche la speranza in un futuro migliore; Mara manifesta tutto l’amore per lo scialpinismo. La varietà e la diversità che caratterizzano il libro si delineano anche grazie alle diverse origini dei protagonisti: c’è chi è nato e cresciuto in Italia, in diverse regioni, dalla Sicilia al Trentino, e chi vi ha trovato rifugio dopo una lunga fuga.

Gli argomenti trattati sono delicati e complessi, alcuni più degli altri, ma sono spiegati con termini semplici e giusti per rappresentare le situazioni, catturando il lettore nella storia e facendolo immedesimare nel vissuto di queste persone. Motivo per cui la lettura richiede un’attenzione particolare, vista l’importanza dei temi.

Invece il decimo e ultimo capitolo raccoglie il punto di vista dell’autrice, Carola. Descrivendo come è nata la sua grande passione per il giornalismo, con i suoi lati negativi e positivi, formula delle provocazioni rivolte ai suoi colleghi, invitandoli ad ampliare la loro visione, accogliendo nuove prospettive. Seppure in alcune storielle l’Italia appaia come una nazione che non fornisce un vero supporto ai giovani, questa situazione può cambiare e siamo noi i primi a dover raccontare questo messaggio.

Dunque vi invito a leggere e diventare testimoni di queste storielle. Da un lato Storie di giovani Made in Italy dipinge la generazione che si è ritrovata i cocci lasciati dalle precedenti, dall’altro suggerisce una nuova possibilità, ovvero riutilizzare questi cocci e provare a creare Bellezza.

E tu, da che parte stai?

Per conoscere il libro e leggere gratuitamente le prime 20 pagine, clicca su Storie di giovani Made in Italy

Gemma Gemmiti“Storie di giovani Made in Italy” – recensione Maria Rita Grossi
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