“La carta è paziente” annotava una grande ragazza nata quasi novant’anni fa, Anna Frank, nel suo struggente Diario.
Già, la carta è paziente. Ma i giovani di oggi non lo sono poi così tanto, con i loro pollici freneticamente martellanti su schermi sempre più sofisticati. Difficile convincerli a scrivere un tema, una riflessione, un pensiero personale ed elaborato. Ma, forse, non un racconto… o addirittura a rendersi protagonisti della stesura integrale di un vero libro: è stata la sfida, proposta dalla casa editrice Gemma Edizioni, che ho deciso di raccogliere, pur di fronte ad alcuni colleghi scettici e ad una me stessa un po’ spaventata dall’impresa: “ma non eran da ciò le proprie penne” suggeriva il nostro padre Dante.
Ebbene, la classe Terza A Informatica dell’Istituto, magari solo in parte convinta, ha accettato questa sfida. E anche molti altri studenti dell’Istituto Alessandrini (nonché tre colleghi!) l’hanno vissuta in prima persona, scrivendo i racconti. E poi la impervia montagna delle correzioni: che emozione vedere i miei alunni che, scoraggiati, mi chiamavano al loro pc: “Prof, ma guardi qui che frase ha scritto questo primino… non si sa da che parte rigirarla!”: per la prima volta alleati, nella pazienza, sulla carta, propria e altrui.
Ce l’abbiamo fatta, anche se talvolta abbiamo temuto che fosse davvero impossibile, che anche la pazienza della carta, e la nostra, potessero avere un limite. Ed ora siamo tutti più grandi, non solo perché i ragazzi hanno accumulato ore preziose per l’Alternanza scuola-lavoro. Non solo perché molti alunni dell’Istituto vedranno il loro nome su un libro, che hanno contribuito a scrivere. Soprattutto perché abbiamo collaborato ad un’opera, e perché abbiamo scoperto che, oltre alla carta, anche noi possiamo essere pazienti, verso le fatiche e gli errori degli altri, ma anche, e in particolar modo, verso i nostri.
E così siamo cresciuti. Insieme.
- Professoressa Laura Scotti – I.I.S. Alessandrini – Vittuone – Milano.